La mia contemplazione

La mia contemplazione
nel silenzio del cuore

sabato 23 luglio 2011

UN RARO FIORE

Di te sapevo soltanto il nome:
Celina. Non capivo ancora
che tu fossi il raro fiore
che il mondo cercava.

E mi sono lasciata condurre
su sentieri azzurri
dove il rosa scandisce estatiche
porte di cedro. E io sento
i passi che mi hanno
condotta nella meraviglia
come ali silenziose e raggianti
là dove ogni fatica si dilegua
nell’impeto di un coro stellato.

Così, ho pregato ciò che posseggo
di più luminoso,
ho pregato il mio stupore.

Quando labbra di pergamena
dissaldano la stretta mappa
sul tesoro che tu sei per noi
e imprime negli occhi la sua urna di sole
ognuno ti vorrebbe per sé.
Ma ormai il tuo oceano d’amore
è per la moltitudine
che attraversa la notte
per giungere dove tu,
raro fiore, ti sveli e ti riveli
nel puro silenzio della solitudine
accesa nelle roventi
frange di sabbia che ti celano.

Ma a tendere l’ascolto, il silenzio
arso mi fa precipitare in una voce
umida come le valli bianche
che levitano nel mattino.

L’orizzonte si genuflette
al vento avvitato in petali
nell’aspra chiarità del cielo.
E tu raro fiore di bellezza
sei un danzante respiro di seta
della misericordia di Dio.
Rimarrà sulla polvere
la tua impronta tessuta con i fili
della luna sul mare.

Mentre la mia penna si scioglie
dove supremo è il disegno di luce.

Come parlare di te, Celina,
come raccontare la tua alba d’anima
l’oceano in tumulto
che ti colmava di gioia e di stupore
e di riverenza per quel suo fremere
immenso e profondo?
Come raccontare il tuo sguardo
smarrito di cielo?

La mia penna si sfalda dove perpetua
è la corrente dell’ombra divina.

Ma tu, raro fiore
nelle mani dell’Altissimo
sei diventata come un narciso di Sharon
come un giglio delle valli.
Il tuo profumo si spanderà
come un melo tra gli alberi
della foresta.

Oh, correte figlie di Brigida Morello,
correte e guardate la più bella
tra di voi, vestita con la tunica
regale e sul capo la corona della gloria.
La più cara in terra d’India.
Perché “al Re è piaciuta
la sua bellezza!”.

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